Nuova versione del sito web

Anno nuovo, sito nuovo.

Dopo aver tenuto per alcuni anni (fin dal 2012) una versione non conforme con i nuovi standard responsive (è noto infatti il detto che recita: “Il ciabattino va in giro con le scarpe rotte”) , mi sono alla fine deciso di realizzare un nuovo sito personale utilizzando stavolta un diverso CMS .
Ho quindi abbandonato Joomla per passare a WordPress , un sistema di più semplice utilizzo anche se necessita di plugin per fare quasi qualunque cosa un poco fuori standard.

La necessità è comunque stata dettata in modo irrinunciabile dal semplice fatto che la vecchia versione di joomla utilizzata era diventata incompatibile con un PHP aggiornato all’ultimo grido. Quindi la scelta era utilizzare qualche artifizio per convertire il vecchio sito Joomla in una recentissima versione dello stesso o ripartire da zero con WordPress.

Ho scelto infine questa seconda soluzione dato che il materiale da riscrivere non era poi tanto.
Una istantanea html, scaricata e dejoomlizzata della versione precedente è stata comunque mantenuta al seguente link.

Corso di informatica per adulti principianti

“Non è mai troppo tardi”, titolava una vecchia trasmissione televisiva dove un maestro elementare insegnava a leggere e scrivere agli italiani rimasti analfabeti nel dopoguerra.
Oggi nell’era del digitale l’analfabetismo non esiste più ma rimane un altro tipo di analfabetismo che ha un nome preciso: digital divide. Ovvero quelli che sanno destreggiarsi con la tecnologia informatica (dallo smartphone in su) e quelli che per diverse ragioni hanno un certo timore o perfino repulsione per questi aggeggi in generale.
Di solito sono persone avanti con gli anni, che non si sono mai poste il problema finché non hanno scoperto che rispetto agli altri più ‘informatizzati’ rischiano di rimanere tagliati fuori nello svolgere anche semplici compiti burocratici o del vivere comune.
Ho amici di età non proprio avanzata che tuttavia rimangono piuttosto impediti nell’usare correttamente uno smartphone o peggio ancora un PC e si devono per questo farsi sempre aiutare da qualcuno. Non è un problema di capacità ma proprio una sorta di rifiuto di queste cose ‘complicate’. Ci sono però anche delle eccezioni. Avevo una cara amica di 11 anni più avanti di me di età, alla quale insegnai i primi rudimenti della videoscrittura perché aveva intenzione di scrivere un libro. Se si hanno dei desideri, degli scopi precisi da raggiungere come aveva lei allora si impara anche senza avere già una predisposizione o preparazione specifica.
Lei non solo scrisse il suo libro ma volle imparare anche a fare altre cose: un archivio fotografico dove digitalizzò tutte le sue foto cartacee , imparò a ritoccarle , ad esempio per colorare le foto in bianco e nero. Imparò a metterle insieme per fare brevi filmati con musica sincronizzata. Alla fine aveva pubblicato su Facebook centinaia di sue opere e fatto pure una mostra. Il computer ha indubbiamente riempito i suoi ultimi 15 anni di vita , che diversamente avrebbe forse trascorso nella noia o come altre sue coetanee a passare il tempo con lavori a maglia o uncinetto.

Foto originale in bianco e nero colorata da Lara Lari


Quindi la difficoltà maggiore nell’insegnare a persone nate e vissute in una generazione priva del digitale è quella di riuscire a coinvolgerli in modo tale che possa nascere in loro il desiderio di sforzarsi per raggiungere un determinato obbiettivo.
Per esempio fargli scoprire che nel mondo caotico del web e internet possono trovare quelle cose che collimano con i propri interessi personali e quindi sviluppare la propria conoscenza. Perché anche se una persona avanti con gli anni può avere più difficoltà nell’apprendere nozioni, sarà più semplice se troverà subito un campo di applicazione tale che sia veramente interessato/a a esplorare le possibilità che offre una certa padronanza del mezzo telematico. Proprio come era accaduto alla mia cara amica.

Ritorno di fiamma

Una passione che ho lasciato in disparte per un bel po di tempo è stata senza dubbio l’elettronica. Sarà forse perché non ho più avuto occasione di armeggiare con i circuiti e i componenti durante gli anni della mia attività professionale, limitata (se così si può dire) al solo web.
Eppure didatticamente nasco essenzialmente come perito elettronico, anche se il termine ‘perito’ non mi è mai garbato granché in quanto sinonimo di dipartita da questo mondo.
E poi anche prima della scuola superiore già maneggiavo i circuiti: mi ricordo di avere progettato il mio flipper ideale già intorno al 1973 (purtroppo solo lo schema elettrico vergato a lapis su un cartoncino Bristol formato A2) senza parlare della realizzazione dell’impianto psichedelico audio-luci della nostra discoteca privata allestita nel fondo di un amico gran parte realizzata con materiale di recupero. Poi ancora più avanti una pedaliera di effetti per chitarra, un amplificatore stero HI-FI, un mixer audio e altri progetti tra i quali gli immancabili ‘Nuova Elettronica’.
Comunque avevo già cominciato a riprendere in mano il saldatore (non come quella volta per sbaglio dalla punta) nel periodo in cui ho lavorato nel mio negozio di riparazione cellulari.
Poi dopo qualche anno di vuoto ecco che la passione è tornata in voga da relativamente poco tempo. Stavolta mi ha incuriosito il mondo delle microschede a basso prezzo come Arduino, di cui avevo già ordinato da almeno un anno un piccolo kit per iniziati ma non avevo avuto ancora l’ardire di cimentarmi.
La piacevole scoperta di trovare ‘Arduini’ e schede simili a prezzi veramente appetibili ha fatto decollare la passione, tanto che ho dedicato una sezione di questo sito ai miei progetti ‘ciucchi’.
Non sono ancora a livello di Archimede Pitagorico di Topolino , mio personaggio preferito, del quale ricordo il pettine senza denti per calvi, il cappello delle idee, e la lampadina aiutante.
Riporto qui (con nota postuma) alcuni Gadgets realizzati: l’orologio ultra minimalista con un solo led, la Gift box con carillon elettronico a 255 variazioni, il Ciucc box (un walkman moderno con un solo bottone), e infine l’Aradio del tempo andato: un transistor d’epoca (Geloso mod. Polaris) che si sintonizza sulle stazioni predefinite ma suona solo musiche e programmi rigorosamente anni 60 e 70.