Avevo pressappoco 14 anni, e un vuoto incolmabile dovuto all’improvvisa mancanza della figura paterna, disincarnatasi l’anno precedente.
Con amici ci recammo in treno in un paese limitrofo distante una decina di chilometri, per ascoltare un ragazzo cieco che suonava la chitarra. Era la prima volta in vita mia che ascoltavo qualcuno suonare la chitarra dal vivo , mi ricordo sempre quale fu il pezzo: la locomotiva di Guccini.
Rimasi talmente colpito dalla sua esibizione che dal quel momento decisi di imparare a suonare anche io la chitarra. Dopo che ebbi acquistato la solita chitarra classica che si addice ai principianti, altri 4 amici seguirono il mio esempio ma solo uno di loro andò un po’ oltre le primissime cose che si imparavano da autodidatta.
La chitarra ha il pregio di essere uno strumento che si può imparare in poco tempo a suonare sebbene ad un livello primitivo, ma sufficiente ad accompagnare qualche canzone con semplici accordi.
Le prime canzoni che imparai manco a dirlo furono due: una era l’onnipresente “La canzone del sole” di Battisti , l’altra naturalmente “la locomotiva” di Guccini”.
Lo stesso anno in estate mi esibii per la prima volta in spiaggia con questi due pezzi raccogliendo intorno a me un discreto numero di ragazzi e ragazze. Il problema fu spiegargli alla fine che conoscevo soltanto queste due canzoni!
Andò un po meglio 4 anni dopo a Rimini dove la chitarra classica venne rimpiazzata dalla mitica Eko a 12 corde di Bennato.
Purtroppo negli anni a venire non sono stato molto costante e non ho affinato lo studio di questo strumento come avrei voluto. Ripresi in mano la chitarra dopo una lunga pausa nel 2007 circa che userò per accompagnarmi in alcuni pezzi durante la mia saltuaria attività di piano bar e karaoke,.
Ho militato anche in alcuni gruppi, il primo si chiamava “soft wash – sciaquamordbido” in auge negli inizi degli anni 80 quando andava il punk e il demenziale, per sfociare nel rock metallaro del gruppo “Black steel”.
Più recentemente però, 10 anni or sono sono caduto nel liscio per una stagione che tuttavia ci ha regalato qualche soddisfazione.
Infine l’ultima attività nel ramo prima di intraprendere di nuovo la carriera di impiegato alle dipendenze di una multinazionale: una stagione al night club come pianobarrista e il sogno nel cassetto di andare un giorno a cantare per nave.